Durante l'estate, io e Gianni ci prendevamo cura di Paola accompagnandola al lavoro a Mirabella con la macchina. Lei era impiegata in una gelateria e raramente tornava a casa prima di tarda sera. Dopo aver lasciato la macchina a Paola, io e Gianni decidevamo di tornare a piedi a Luogosano, esplorando sempre nuove strade. Un giorno, mentre eravamo sulla strada del ritorno, ci siamo trovati su un pendio scivoloso ricoperto di canne, quando all'improvviso ci è comparso davanti un enorme cinghiale che mi ha attaccato. Il terrore mi ha preso, ma Gianni ha reagito agitando le braccia e facendo rumore per distogliere l'attenzione del cinghiale da me. In un istante, ci siamo ritrovati coinvolti in un'avventura inaspettata, con il cuore che batteva all'impazzata e l'adrenalina che ci spingeva a reagire. Purtroppo, nel tentativo di aiutarmi, Gianni è scivolato lungo il pendio, io l'ho seguito correndo dietro di lui, quasi come se fossimo protagonisti di un film d'azione. Quando finalmente siamo riusciti a fermarci, Gianni era ricoperto di fango, le sue scarpe erano distrutte e le suole si erano staccate. Nonostante la situazione, Gianni ha cercato di mantenere il buonumore, facendo finta che tutto fosse parte di un gioco. Dopo averlo aiutato a rimettersi in sesto, ha provato a riparare le scarpe con delle fascette e abbiamo continuato il nostro viaggio sulla strada di casa, con Gianni che camminava aiutandosi con un bastone. Poco dopo, un amico di Gianni ci ha visto e, sorpreso dalla nostra situazione, ha deciso di accompagnarci a casa con la sua auto. Durante il viaggio, tra una risata e un commento divertente, abbiamo condiviso l'emozione dell'incidente, lasciandoci alle spalle i momenti di paura. Ancora oggi non comprendo del tutto cosa sia accaduto, ma sono grato a Gianni per il suo coraggio e la sua generosità. Spero di essere stato per lui un amico costante e affettuoso, pronto a condividere ogni avventura che il destino ci riservava.